Sesto capitolo del nostro percorso sulla chirurgia nella storia.
Dopo aver parlato della preistoria, degli antichi egizi e dei romani vogliamo raccontare una delle culture più affascinanti e tutt’ora amate dalla contemporaneità: quella greca.
La più antica opera che include conoscenze riguardanti la medicina è l’Iliade.
Il motivo è presto detto: trattandosi di sanguinose guerre i soldati necessitavano di cure immediate per poter ritornare a combattere in breve tempo. Sui campi di battaglia le prestazioni chirurgiche erano semplici: consistevano nell’estrazione di frecce o giavellotti, nel medicare le ferite con succhi vegetali, nel lavare il sangue con acqua tiepida e nell’applicazione di bende. Piccoli accorgimenti che facevano la differenza.
Dai poemi si può dedurre che la professione del chirurgo non fosse esclusiva della classe sacerdotale.
I chirurghi erano dunque delle figure “atipiche”: non erano né sacerdoti e né medici eppure venivano considerati degli esperti del corpo umano.
La precisione con cui Omero racconta tali pratiche ha addirittura fatto ipotizzare che egli stesso fosse un medico o un chirurgo, prima ancora di essere un poeta. Questa teoria, però, non è stata confermata.
L’immagine, qui di seguito, ritrae Achille intento a fasciare il braccio di Patroclo durante la battaglia.

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